My inspiration often comes from the most unlikely of things.


 Lo studio dei colori vegetali e minerali attiene alla tradizione italiana quanto a quella giapponese. Nel Sol Levante, in specifico, da sempre si fa largo uso di elementi naturali per la creazione di colori sia con finalità artistica che per tingere i tessuti; il beni 紅, charthamus tinctorius, copre ad esempio una gamma cromatica che va dal giallo al rosso; l’ai 藍, il blu indaco dalle svariate sfumature, si estrae dalle foglie di polygonum tinctorium seguendo un procedimento antico piuttosto complesso e lungo.
La pittura giapponese tradizionale nihonga adotta pigmenti di origine naturale, minerali (gofun, malachite, azzurrite,…) o organici (curcuma, beni,…); il colore, che necessita come legante una colla di origine animale, nikawa 膠, viene steso a più riprese conferendo variazioni tonali tenui e sfumate e caratterizzando particolarmente questo genere.
Nel XIX sec. si diffonde l’uso di pigmenti sintetici riducendo la diffusione di quelli naturali.